giovedì 22 maggio 2008

A fuoco i MOZAMBICANI!



Ecco la storia che riempie le orecchie e gli occhi di tutti i mozambicani in questi giorni:

Cinquemila mozambicani scappano tempestivamente dal Sudafrica.
25 morti.
Linciaggi. ( i nigeriani sembra riescano stranamente a sfuggire dalla nuova ondata xenofoba).
Vengono picchiati uomini, donne e persino bambini arrivano alla frontiera Ressano Garcia feriti e terrorizzati, le loro vite ora sono come fantasmi nell'ombra della violenza.
"Ci rubano il lavoro. Stiamo male per colpa loro! Se ne devono andare".
In questi giorni il Sudafrica respira a pieni polmoni l'aria pesante dell'odio etnico, che puzza di fame e povertà.
Vengono ricercati gli stranieri, gli immigrati (categoria che include coloro che escono dal loro paese
Povero per cercare lavoro altrove, accettando di compiere quasi sempre funzioni che gli stessi cittadini del paese ricevente non vogliono svolgere. Riempiono le casse fiscali del paese straniero e mandano soldi alla loro madrepatria. Sono miliardi sulla faccia della terra).
Ovviamente in un paese come il Sudafrica, unico vagone trainante dell'economia dell'Africa Australe, dopo la caduta vertiginosa nel baratro del non ritorno dello Zimbabwe, gli immigrati abbondano e hanno nazionalità soprattutto mozambicana.
Il Mozambico.
Il Paese vicino che ha offerto asilo ai membri dell'ANC durante l'apartheid, che fa ingrassare e espandere a vista d'occhio ogni fine settimana città frontaliere come Nelspruit. Il Paese che ospita il Grande Baba Mandela il quale, oltre a preferire il Mozambico per i suoi reumatismi che peggiorerebbero all'inverno rigido sudafricano, ha anche sposato una mozambicana, e non una qualunque ( Josina Machel, sposa del primo presidente dell'indipendenza, ucciso in un attentato,e simbolo per i mozambicani del valore e della forza della donna mozambicana,e africana in generale). Una bella coppia.
Il Paese che ha inviato da secoli manodopera a basso costo, grazie alla quale il Sudafrica, con o senza apartheid, vanta la maggiore industria miniera dell'Africa.

Ma non voglio soffermarmi sulla storia e sulla politica, che ovviamente ingozzano il grosso porco che sta per essere cucinato per avvelenare le masse.
Vorrei richiamare l'attenzione sul fatto che sembra che ancora una volta c'eravamo illusi.
Un' altra pecora è scappata dal gregge senza preavviso! Un altra rivolta, altra rabbia, altro fuoco e odio. Altre grida nell'aria che terrorizzano le nostre orecchie che non vorrebbero proprio saperne nulla di queste brutte storie degli altri paesi.
Ma chi l'avrebbe detto?
MA cosa faranno ora in Mozambico tutte queste persone in fuga senza casa, lavoro, soldi e spesso famiglia? Andranno a Maputo? La violenza e la delinquenza aumenteranno...
Sarà un altro Zimbabwe?
E se iniziano a prendersela anche con i bianchi?
Ma chi c'è dietro a tutto?
E la polizia perché non interviene?

Io non so che volti ci sono dietro a questa nuova storia africana. Probabilmente ci sarà la volontà di destabilizzare il governo, il coinvolgimento del crimine organizzato, le elezioni che si avvicinano, poi alla fine parliamo di gente di Soweto, di poveri disgraziati che si ammazzano fra di loro...
Ma di una cosa sono certa! Di una certezza che mi inizia a gonfiare lo stomaco... la vedo, è la...
Vedo la sua mano mettere fuoco alle persone vive, la vedo picchiare i bambini, la vedo puntare il dito sul vecchio amico immigrante che sarà linciato.
È la mano della sofferenza e della povertà. E`la mano del mondo ingiusto nel quale viviamo.
È la rabbia che milioni di persone provano al svegliarsi al mattina verso quelli che hanno e avranno sempre più di loro.
E' Ingiustizia.
E' Odio.
E' Violenza del povero sul povero.
E non c'è via di scampo finché le cose continueranno ad andare in questo modo.

Stanotte, mentre scrivo queste parole, mi stupisco dei miei pensieri ... tutto ciò non mi meraviglia più di tanto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Vedo che non c'è molta differenza fra nord e sud. Non so se sai cosa sta succedendo in italia, ma sembra che le ondate di violenza xenofoba viaggino con qualche vento che va velocissimo da un capo all'altro del mondo.