domenica 13 aprile 2008

una mail diventata post ...per amore alla scrittura e alla comunicazione

Ciao a tutti e tutte...fortunatamente questa non è una mail di gruppo sottotilata Forward ma è un sincero saluto che vi mando dalle terre del Finimondo (come un tempo diceva Amado riferendosi al Brasile e come dico io riferendomi a quello che forse più che il finimondo è il limite estremo di mondo dimenticato: Africa-Mozambico).

Da quando vivo qua mi sembra che questo paese abbia riempito le mie giornate tanto da non rendermi conto che durante questi sette mesi la mia parte sottocutanea più interiore ha subito una trasformazione profonda...molto simile a quello che definirei quasi timorosa salto esistenziale. Così, questo paese...il Mozambico...ha smesso di essere uno dei tanti stati fantasma del mappamondo "cheddiosolosadovediavoloè", ma ha assunto un carattere vivo nella mia esperienza di vita tanto da rendermi persona nuova davanti ai miei stessi occhi appannati da una fuga di occidentalismo.

PErchè vi scrivo? Forse alcuni di voi sono mesi, o anni che non li sento e ancora più che non li vedo...ma ugualmente vorrei condividere con voi un breve pensiero su questa ultima esperienza in Africa.

Qualche giorno fa sono tornata da un viaggio in un posto lontano nel centro del Mozambico, si chiama Caia. Una piccola cittadina di provincia attraversata dall'enorme fiume Zambezi, che per la sua strana fisionomia,abbraccia il territorio con mille rivoli avvolgendo i suoi abitanti nelle sue braccia argentate. Uno spettacolo meraviglioso…vi posso giurare.

Il lavoro mi ha condotto su queste terre periferiche della sub periferia del mondo moderno. Il progetto gemellaggio scuole, per il quale ora lavoro, prevedeva un viaggio di due settimane con un gruppo di bolognesi e mozambicani della capitale (Maputo per chi non lo sapesse) verso una scuola elementare della zona.Il programma previsto è stato compiuto e oltrepassato: un bellissimo murale con i disegni dei bambini colora e fa parlare il muro della scuola, una bellissima rappresentazione teatrale fatta dai bambini in lingua Sena, il rugby! (immaginatevi dei bambini africani giocando a rugby…divertentissimo!) e danze ipnotiche, e tubi di plastica come tamburi, e donne anziane che battevano i piedi nel suolo risvegliando energie ancestrali, risa, incomprensioni, pellebianca e pellenera, zanzare, malaria, umido, silenzio, cieli infiniti, imbondeiros (baobab) vecchi 1000 anni, pescatori, miriadi di impronte di piccoli piedi sulla terra rossa e bambini e bambini e bambini…

Per chi non è mai stato in Africa, non si renderà mai conto a cosa mi riferisco quando dico BAMBINI. L’Africa pullula di esseri umani dai 0 ai 13 anni! Sono tantissimi e ovviamente meravigliosi…come tutti i bambini. Solo che quelli di Caia hanno ora qualcosa di speciale, sono come quella rosa lasciata dal Piccolo Principe sul pianeta. C’erano tante rose come lei…eppure il Piccolo Principe capì che quella era speciale…esattamente per il tempo che lui le aveva dedicato…

Ragazzi miei qualcosa si è aperto dentro di me alla vista di quel panorama umano! La Povertà che gira in quei luoghi è quella che gonfia la pancia dei bambini, quella che rompe fino all’ultimo filo le magliette che inevitabilmente scoprono, invece che coprire, i corpicini scuri, quella che fa camminare kilometri per un bidone d’acqua. E’ una povertà che ti fa andare su di giri e ti commuove, per essere assolutamente l’ennesimo spettatore di qualcosa che già ti avevano raccontato ma di cui ancora non avevi visto i volti con le tue pupille. E ora capisco, a distanza di tanto tempo, quando Alex Zanotelli disse in un intervista “che non bisogna mai rimuovere i volti”!

Amici cari, è da tanti anni che inseguo l’Africa, l’ho cercata dovunque anche quando era lontana, l’ho assaporata, immaginata, intravista e amata, ma solo ora che l’ho raggiunta ho capito il perché di tanta fame insaziabile. Queste settimane AI BORDI DEL MONDO mi hanno riempito il cuore, mi hanno viziato, mi hanno sfamato e cullato la notte, quando la luna saliva giallo oro sul manto blu. Mi hanno svegliato all’alba con il pianto di qualche bestia pronta a morire, mi hanno intriso i vestiti di un odore acre, mi hanno sporcato i piedi e le mani continuamente, e mi hanno dato uno schiaffo così forte che la testa ancora mi gira.

In Mozambico direbbero che AFRICA NÃO É BRINCADEIRA (non è uno scherzo)…e non che non lo è!…ma nemmeno noi abbiamo voglia di scherzare. Anche se i POVERI sorridono e si divertono, non vuol dire che allora le cose non vadano poi così male…NO!

La gente in questo mondo sta male cari carissimi amici miei, la maggior parte delle persone in questo diavolo di mondo non avranno mai la possibilità di avere un decimo di quello che avevano i vostri genitori alla nostra età (qualsiasi età voi abbiate)…anche se ve lo hanno già detto, lo so, devo ripetervelo ... e non è una cantilena, ne una lezione di morale o di vita, non è un “pensa ai bambini del Biafra” (luogo immaginario della nostra infanzia europea), non è storia né politica, non è rimprovero, non è consiglio. Non è “niente”…solo una forte emozione che mi esplode nel cuore e che volevo condividere con voi.